Campeggio politico di costruzione progettuale di conflittualità

Campeggio politico di costruzione progettuale di conflittualità
17 – 21 Agosto 2017
c/o AgriCampeggio “Darwin”, località Pozzello, Otranto (LE)

I compagni e le compagne delle realtà territoriali pugliesi invitano le realtà antagoniste italiane ad un campeggio politico, previsto dal 17 al 21 agosto 2017 presso l’AgriCampeggio “Darwin” a Otranto, teso alla costruzione di un percorso progettuale che permetta di sedimentare l’uscita dalle logiche distruttive del capitalismo. Una riflessione che ci permetta di costruire un senso comune di militanza e che ci permetta di delineare, nero su bianco, le caratteristiche principali dell’altro mondo possibile che già a Genova rivendicavamo nelle piazze e che riteniamo sia sempre più necessario concretizzare e non semplicemente teorizzare.

L’ambiziosa meta proposta ci ha visto e continuerà a vederci impegnati in discussioni teorico-politiche che, in questi ultimi mesi, ci hanno permesso, attraverso varie assemblee e ore di ragionamenti, di determinare le direttrici principali su cui il campeggio verterà.
Riteniamo fondamentale costruire una prassi che sia capace di alimentare oasi territoriali in grado di offrire un riferimento a chi è stanco di subire le logiche padronali (che vanno dallo sfruttamento sul posto di lavoro, al ricatto delle locazioni, alla morte per avvelenamento o sfinimento fino alla deturpazione delle vocazioni territoriali).
Costruire conflittualità non significa, esclusivamente, resistere all’interno di dinamiche vertenziali che, sebbene soddisfatte, non producono effetti sulla qualità della vita (lottiamo per la garanzia di poterci far sfruttare per 300 euro al mese in un paese in cui, tra spese e affitti, la soglia per la vita dignitosa si aggira su 7-8 volte tale valore); costruire conflittualità significa riuscire ad immaginare un reddito slegato dallo sfruttamento della persona e un lavoro teso al miglioramento della vivibilità del territorio che viviamo.

Crediamo che il campeggio che stiamo costruendo debba riuscire, attraverso il contributo dei compagni e delle compagne, a descrivere quelle caratteristiche che ci permettano di immaginare una prassi contestuale in grado di realizzare, in vari punti geograficamente distanti, stralci del nuovo mondo possibile.
Riteniamo che la società in cui vorremmo vivere debba fondarsi su un lavoro comunitario, difficilmente concepibile all’interno della cultura capitalista, che possa salvaguardare le differenze di genere ed etniche, valorizzandole e ritenendo fondamentale, all’interno di una società liberata, la liberazione di tutti e tutte i subalterni e le subalterne. Crediamo che nella società futura debba esistere una centralità eterogenea che salvaguardi le minoranze e miri a valorizzare le comunità attraverso una produzione non destinata all’arricchimento del padronato ma alla vivibilità dei territori.
Per raggiungere tale scopo abbiamo pensato ad un campeggio in cui assemblee plenarie e ed eventuali tavoli specifici possano trovare un interscambio capace di restituire una prassi complessiva che assuma carattere progettuale e conflittuale, capace di uscire dalla resistenza che assume, oggi, sempre di più caratteristiche ideologiche, ottenendo sempre meno vittorie e aumentando notevolmente il peso della repressione e della criminalizzazione delle lotte.

L’assemblea plenaria della prima sera mirerà alla costruzione delle giornate seguendo le tematiche proposte delineando gli obiettivi politici che il campeggio mira a sviluppare. L’ultimo giorno punterà a trovare una sintesi pratica tra i vari assi fondamentali delle tematiche sviluppate cercando, inoltre, di dare una risposta alla crisi della rappresentanza che più volte riduce il numero dei partecipanti alle varie lotte territoriali (pensiamo ai 5 stelle e all’enorme moltitudine di militanti che ha convogliato in percorsi istituzionali raramente capaci di spostare qualcosa in termini di dignità del vivere quotidiano).

 

Gli assi tematici individuati verteranno:
– sulla rappresentanza, intesa come la capacità di una collettività di esprimere una visione di sé capace di attirare e consapevolizzare gli altri e le altre, nonché come la capacità concreta di immaginare un altro modo di esprimere la governabilità e soprattutto l’auto-governabilità territoriale,
– sulle lotte ambientali, quali elemento pratico di trasversalità vissuta che deve, probabilmente, ancora trovare una connessione immediata tra lotta alla grande opera e lotta al capitalismo in quanto matrice della devastazione territoriale,
– sulla questione di genere, ritenuta fondamentale in ogni rivoluzione per lo sviluppo e la salvaguardia degli obiettivi stessi che una lotta di liberazione si pone,
– sull’educazione popolare, come volano di cambiamenti culturali che rendano, chi attraversa tale percorso, elemento connettivo e protagonista del rione in cui abita,
– sul reddito, inteso come quell’insieme di produzioni capaci di offrire una vita dignitosa e socialmente impegnata e una direzione ai molteplici percorsi di educazione popolare che possono essere attivati. Il tutto all’interno di una cornice di democrazia diretta che, mediante un metodo condiviso e formalizzato, sia in grado di direzionare a sinistra nella pratica della partecipazione e della condivisione tra gli abitanti di una città che sia essa una metropoli o un piccolo paesino,
– sulla repressione, intesa come elemento atto a reprimere una classe sociale in ragione del dominio della classe governante,
– sull’immigrazione, intesa come quel fenomeno di impoverimento innescato dalle lotte imperialiste che sul territorio ospitante alimenta xenofobia, innescando guerre tra poveri che invece dovrebbero diventare “alleanze tra poveri” in ragione di un lavoro e di un reddito dignitosi a livello universale.

Riteniamo fondamentale finalizzare le discussioni ad alterità-aggregazione-riproducibilità e linguaggio. Tali finalità potranno subire variazioni e/o implementazioni nell’eventuale dibattito telematico che potrebbe nascere sul blog tematico dedicato al campeggio, il veicolo principale che ci permetterà di confrontarci con realtà geograficamente più distanti. Invitiamo, quindi, tutti e tutte i compagni e le compagne a pubblicare on line spunti di riflessione che possano agevolare il raggiungimento dell’obbiettivo del campeggio: COSTRUIRE UN PROGETTO ANTAGONISTA, uscendo da qualunque visione ideologica e dando carattere quanto più scientifico agli esperimenti sociali ipotizzabili, in grado di praticare l’altro mondo possibile a cui tutte e tutti le subalterne ed i subalterni ambiscono affinché il capitalismo non continui a riciclarsi sacrificando, sempre più, i diritti dell’umanità intera.